sabato 8 novembre 2008

Schiaffo

Una telefonata non si nega a nessuno. Soprattutto se si evitano le battute. L'Italia è nel G8 ma Barack Obama si è sentito con il nostro premier dopo aver sentito quelli di Polonia e Slovenia. Come schiaffo diplomatico non è male.

Prima telefonata tra il presidente eletto degli Stati Uniti Barack Obama ed il premier Silvio Berlusconi e subito la conversazione entra nel vivo, affrontando la preparazione del prossimo G8 di luglio che si svolgerà alla Maddalena, in Sardegna, con la presidenza italiana.

Nessun accenno, riferiscono fonti di palazzo Chigi, alle polemiche di questi due giorni nate dalle dichiarazioni di Berlusconi sull«'abbronzatura» di Obama.

Oltre a Silvio Berlusconi, sono altri cinque i leader mondiali con i quali Barack Obama ha avuto colloqui telefonici. Lo ha annunciato l'ufficio del neo-eletto presidente statunitense, che si insedierà il 20 gennaio.

Obama ha parlato con il presidente egiziano Hosni Mubarak, il presidente pachistano Asif Ali Zardari, il presidente polacco Lech Kaczynski e il premier dello stesso Paese Donald Tusk, il re saudita Abdullah e il primo ministro spagnolo José Luis Rodriguez Zapatero.

Giovedì Obama ha ricevuto le congratulazioni di nove tra presidenti e primi ministri, ricambiando le telefonate dei leader mondiali che lo avevano contattato dopo la vittoria nell'election day. La crisi finanziaria globale è uno tra gli argomenti che Obama ha discusso con gli alleati internazionali e che affronterà durante la sua amministrazione.

Un giornalista americano ci ha provato a farlo ragionare. Ma Berlusconi, imperterrito, ha attaccato pure lui. «Presidente, chiederà scusa a Obama?», gli ha chiesto il reporter. E lui, nervoso come ogni volta che qualcuno osa attaccarlo: «Ma per favore, per favore – gli ha risposto – chiedi piuttosto scusa tu all'Italia». Per quale colpa, non si sa. «Vedo che anche tu ti sei messo nella lista di quelli che ho definito ieri», ha aggiunto. E speriamo solo che il giornalista americano non abbia capito che si riferiva agli «imbecilli». Quelli che, secondo lui, non capiscono il suo modo di fare i complimenti.

«Li conoscevamo già - ha spiegato Berlusconi a proposito di chi lo ha criticato - ma non pensavamo fossero così tanto imbecilli. Quello che non immaginavamo è che fossero così imbecilli da autodichiarsi, da autocertificarsi pubblicamente», ha spiegato lasciando Mosca.

Ha ancora voglia di scherzare, insomma, nonostante mezzo mondo lo abbia attaccato dopo che ha avuto il coraggio di dire che Barack Obama «è bello, giovane e abbronzato». E ora rincara la dose parlando di «imbecilli». Non ci sta il numero due del Pd Dario Franceschini: «Pensiamo alla campagna elettorale del '48 - dice - fu uno scontro molto duro ma non credo proprio che Togliatti abbia mai pensato di dire imbecille o coglione a De Gasperi. Gli insulti sono inaccettabili e bisogna dirlo per evitare che scivolino via nella velocità dell'informazione. C'è il rischio dell'assuefazione. È una frase volgare nei confronti del principale partito dell'opposizione e del suo leader - va avanti Franceschini - non è una cosa normale. Quello che avviene da noi, non avviene in nessun'altra democrazia. Ma ve lo immaginate voi - prosegue il vicesegretario del Pd - Sarkozy che dà del coglione a Segolene Royale? O Gordon Brown a David Cameron?. Non è normale - ribadisce - di fronte alle nostre critiche che non avevano nessun carattere di insulto ma erano critiche politiche, Berlusconi ha sfornato una nuova serie di insulti che possono passare sotto silenzio o essere giustificate dicendo "in fondo è fatto così". Forse poi lui dirà che le sue sono carinerie nei nostri confronti...».

Franceschini, quindi, invita tutti a reagire con indignazione: «Chiediamo ai mezzi di comunicazione, agli intellettuali, agli opinion leader di questo Paese di indignarsi. Bisogna reagire e riportare il confronto e la dialettica politica nei canali della normalità. Il che non vuole dire che non ci sarà lo scontro politico ma che non si deve ricorrere all'offesa e all'insulto. Tra l'altro - spiega - chi ha responsabilità politica è anche inevitabile che diventi un modello di comportamento: se un giovane vede che chi guida il governo usa queste offese volgari per rispondere alle critiche, penserà che farlo è normale e allora se un insegnante lo criticherà gli darà del coglione. Non è normale». 

Fonte (L'Unita')
Stranger
8 Novembre 2008

Nessun commento: